Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo.
La Montessori definisce il bambino come un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si associa allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, definiti nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità.Montessori è quindi una metodologia legata al ruolo educativo dell’ambiente, all’uso non di un materiale “didattico” per addestrare, ma di un materiale di sviluppo, messo a disposizione del bambino o del ragazzino perché adoperandolo quando vuole, per il tempo che vuole, affini e moltiplichi le proprie capacità. Negli anni le trasformerà affrontando con vero piacere il mondo sempre più vasto delle discipline di studio e dei laboratori nella scuola elementare e media Montessori, se è così fortunato di frequentarle.
Dunque un’educazione prevalentemente indiretta e per questo liberante che diffida degli stimoli obbliganti, dei risultati previsti; al contrario è in continua ricerca delle giuste risposte, soprattutto quelle che possono emergere da un ambiente predisposto con cura, per i piccoli come per gli adolescenti.
Il risultato è quello che Montessori chiama disciplina della libertà, secondo alcuni, da criticare perché lascia i bambini troppo liberi di “fare quello che vogliono”; secondo altri è al contrario un’educazione rigida perché pone limiti al disordine, alla mancanza di controllo, pur senza atteggiamenti punitivi. Per questa ragione, necessita che l’insegnante abbia alla base una grande formazione scientifica, psicologica, insieme alla capacità di osservare e scoprire il bambino nel suo mondo naturale, con la sua spontaneità, così da riuscire a cogliere i bisogni, gli interessi, i problemi e le caratteristiche di ciascun bambino. Questo richiede che l’insegnante sia una persona fondamentalmente umile, tollerante, rispettoso, limitandosi a dare gli strumenti didattici adeguati e appropriati all’età, alle esigenze, allo sviluppo, ai bisogni e agli interessi del bambino.

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